Zingaretti

PD verso il Congresso: Zingaretti c’è, Minniti quasi, Renzi dalla Leopolda lancerà i comitati civici. Il ruolo di LeU.

Cominciamo dal Pd. E dal suo congresso, ammesso che si tenga e non si riduca soltanto al consunto rito delle primarie. Al momento i candidati principali sono: Nicola Zingaretti che ha ufficializzato la sua candidatura nello scorso fine settimana; Matteo Richetti che si autodefinisce “diversamente” renziano, ma io credo che sia soprattutto “più educatamente” renziano, e probabilmente Marco Minniti che non ha dato conferma definitiva e che Renzi per ora si limita a valutare come “autorevole“.

Già, perchè nel giorno di Zingaretti e dei suoi sostenitori Renzi non ha rinunciato a far sentire la sua voce con un’intervista al Corriere della sera nella quale ha spiegato che alla prossima Leopolda, la quale come è noto è una sorta di strumento parallelo al Pd del quale si serviva anche quando era segretario di quel partito, presenterà, con la collaborazione dell’ex ministro Padoan, una sorta di contromanovra economica rispetto a quella del governo gialloverde. Un modo bizzarro di intendere il governo ombra.
Ma Renzi, nella sua intervista a Teresa Meli, dice anche altro. Per esempio che alla prossima riunione leopoldina verranno presentati i comitati civici definiti “una forma di resistenza contro la sciatteria di questo governo“. Insomma l’opposizione ai grillo-leghisti più che il Pd e altri partiti presenti in Parlamento, la dovranno fare questi comitati. Quasi che fossero una sorta di partito di riserva al quale Renzi si aggrapperebbe se le cose nel Pd non gli fossero propizie: una specie di macronismo di necessità.

Vale la pena rilevare che la formula dei “comitati civici” è piuttosto infelice quanto a tradizione politica e democratica. Comitati civici erano quelli di Luigi Gedda, quando, negli anni ’50, l’esponente della destra cattolica lanciò a Roma la cosiddetta “operazione Sturzo” (per la verità Sturzo, già vecchio, non c’entrava nulla), la quale avrebbe dovuto consistere in una lista di democristiani e missini per le elezioni amministrative. Non se ne fece niente, nonostante il sostegno di Pio XII, per la ferma e intransigente opposizione di De Gasperi che non tenne in alcun conto le autorevolissime pressioni che venivano da oltre Tevere. Forse Renzi non rammentava questo pur importante passaggio della nostra storia politica.

Ma torniamo alle pur non edificanti vicende di casa nostra: Minniti non ha ancora sciolto la riserva. Ma una cosa dovrebbe averla capita. Renzi non si fida fino in fondo di lui. E soprattutto molti piddini disposti a votare Minniti alle primarie non gradirebbero l’imprimatur di Renzi. Tutto questo dovrebbe favorire Zingaretti che conta sul sostegno di Gentiloni e soprattutto della sempre ben strutturata corrente di Franceschini.

Intanto un primo segnale sullo stato di salute del Pd e di come evolvono i rapporti di forza al suo interno è venuto dalle primarie toscane. Ha vinto la candidata renziana Simona Bonafè con il 63,14 per cento ma il suo competitore Valerio Fabiani ha avuto non soltanto un buon 36,85 per cento, ma in alcune zone tipo Pisa e provincia, ha sostazialmente pareggiato e ad Arezzo, Livorno e Prato il suo risultato è stato attorno al 45 per cento. Infine, anche se Renzi parla di buona partecipazione alle primarie, i votanti questa volta sono stati 45mila (era la prima volta che si votava solo per il segretario) rispetto ai circ 200mila delle primarie nazionali del 2017. Forse per il renzismo sarà tempo di comitati civici anche in Toscana.

Questo lo stato dell’arte interno al Pd. Alla sua evoluzione credo dovranno prestare molta attenzione anche quelli che, come me, hanno da tempo lasciato il Pd. Per quanto mi riguarda io non voterò a queste anche se saranno aperte. Non le considero lo strumento democratico migliore per decidere il gruppo dirigente di un partito. Zingaretti l’ho votato alla Regione e non ne sono pentito. Quanto a LeU e dintorni penso (ed è un’opinione personale) che ci si debba fare partito passando per un Congresso vero da svolgere in tempi rapidissimi. Da subito poi si lavorerà per realizzare un ampio campo socialista nel quale, ritrovandoci insieme con cattolici sensibili ai temi sociali e ambientalisti realizzare l’alternativa necessaria a battere le brutte destre che governano l’Italia.

Foto in evidenza: Nicola Zingaretti, candidato alla segreteria del Pd

Commenti