Caldarola, l’accrocco, un partito. I dilemmi della sinistra sconfitta alle elezioni nell’Italia dell’antipolitica
Può un “accrocco” uscito sconfitto dalle elezioni farsi partito della sinistra? La domanda se l’è posta Peppino Caldarola. La sua risposta è senza se e senza ma: “Dio ce ne scampi e liberi“. La ricetta è che ora bisogna “dare vita ad una reale sinistra di popolo“. Orbene l’analisi di Caldarola io la condivido in larghissima parte,persino nei toni, giustamente incazzati. Ma ho parecchi dubbi sulla conclusione. Mi chiedo cioè se sia possibile dare vita alla sinistra di popolo senza fare un partito.
Cominciamo però dalle cose, dallo stato dell’arte. E qui è davvero difficile dar torto a Caldarola anche quando impietosamente scrive che Leu si è rivelata “unione senza progetto” con “gruppi dirigenti consumati e leadership inadeguate“. E condivido anche che sia sbagliato se fare un partito diventa “un’urgenza per il timore che si rivoti presto e il gruppo parlamentare, che coincide con il gruppo dirigente,cerca uno strumento per una nuova candidatura“. Insomma che più che il partito, così come ha finito per essere l’ “accrocco“, tutto si riduce, in questo caso, alla messa in strada di un ennesimo taxi elettorale.
Ma io credo che proprio per questo serva un partito vero e pesante. Citando Riccardo Lombardi Caldarola ricorda che bisogna “fare a cazzotti con il capitalismo” e che “non spetta alla sinistra prenderne le difese“. E aggiunge, dopo aver rimarcato che le elezioni le hanno vinte “i populisti per conto terzi, severissimi con le elite politiche ma silenti verso la gente di potere“. Di qui l’esigenza di “avere a cuore le ragioni del popolo anche quando il popolo vota per il nemico“.
Ora se questa è l’analisi della situazione con le due destre (anche io considero di destra in quanto antipolitico anche il movimento grillino) che sono al comando siamo sicuri che si possa “rifondare una sinistra di popolo” senza un partito? Qui, senza essere mai stato nel Pci, mi permetto di ricordare il Togliatti di Salerno che spiegava come “i partiti siano la democrazia che si organizza“. Penso valga ancora e soprattutto oggi. E soprattutto aggiungo, come sia stata l’antipolitica, con il suo essere antipartitica, ad essere stata la madre dei populismi di oggi. La Lega e i 5Stelle di oggi hanno molti antenati nella storia politica italiana. Non soltanto il Berlusconi che se la prendeva con il teatrino della politica e il Renzi che inneggiava a “meno politici” per propagandare la sua riforma costituzionale, ma si potrebbe andare più indietro, referendum di Segni compresi.
Per questo io credo che i partiti siano indispensabili. Soprattutto per la sinistra. E sono convinto che se Liberi e Uguali, alla fine si è rivelato un “accrocco” è perchè non ha voluto o non è riuscito ad essere un partito. Cosa che ha pesato anche nella formazione delle liste, dove hanno prevalso i piccoli interessi di correnti in mancanza di solide prospettive di partito.
Naturalmente, se l’analisi di Caldarola è giusta, come credo sia, fare un partito della sinistra è ancora più difficile. E a dimostrarlo è quanto è accaduto alla regione Lazio dove, anche grazie a Leu, Zingaretti ha vinto) e la lista di sinistra, pur con un solo consigliere è stata divisa al punto da riuscire a indicare il proprio assessore solo in extremis.
Conclusione: ci sono due destre al comando che trovano e troveranno molte difficoltà ad esprimere una maggioranza di governo, il maggior partito della sinistra che dopo la sconfitta elettorale più pesante della sua storia non trova di meglio che chiamarsi fuori dalla ricerca di soluzioni per il governo, e una lista di sinistra che pur avendo avuto, tra tanti errori, più di un milione di voti non riesce a farsi partito. Eppure bisogna provarci. In fondo anche per fare la rivoluzione serve un partito. E noi vorremmo solo fare riforme che siano riforme vere e vadano verso il popolo, proprio per battere populismo e antipolitica. Bisogna almeno provarci, nonostante le ragioni del pessimismo, E il socialismo, oggi riscoperto in Gran Bretagna e persino al di là dell’Atlantico, può darci una mano.
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Foto in evidenza: Il gruppo parlamentare di Liberi e Uguali