Foto Roberto Monaldo / LaPresse
24-02-2013 Roma
Politica
Seggi elettorali
Nella foto Seggi elettorali

Photo Roberto Monaldo / LaPresse
24-02-2013 Rome
Polling station 
In the photo Polling station

Domenica si vota per i comuni, non per il referendum

Voto quasi nascosto quello di domenica, sopraffatto dal dibattito sul referendum istituzionale. Eppure sono in gioco le principali città italiane e anche gli assetti politici. Il voto infatti determinerà non solo la qualità del rapporto fra governo e minoranze, ma anche le dinamiche all’interno dei diversi campi politici.

IL PARRICIDIO DEL CENTRO DESTRA – Prendiamo il caso del centro destra. Qui sta avvenendo una specie di parricidio lento. I due alleati estremisti, Meloni e Salvini, puntano tutte le carte su Roma per battere il candidato di Berlusconi, Marchini. Per la Meloni un risultato positivo, cioè il ballottaggio e/o un punto in più di Marchini, vorrebbe dire mettere definitivamente alle corde la vecchia casta di An; per Salvini, che pure era stato il primo a indicare Marchini, vorrebbe dire un primo insediamento elettorale romano. Berlusconi invece punta le carte su Parisi sia per battere il centro-sinistra sia per ottenere un battesimo elettorale per un suo probabile successore scelto fuori dalla nomenclatura tradizionale.

AREA DI CENTRO LIQUEFATTA – È’ del tutto insignificante questo voto amministrativo , invece, per la cosiddetta area di centro ormai liquefatta. C’è’ solo da capire se l’uscita di Casini da Ncd significhi un periodo sabbatico dell’ex presidente della Camera in attesa fra un anno di entrare nel PD renziano ovvero un lavoro per ricomporre, con altri fuoriusciti dal centro destra, una nuova formazione politica, anche con Verdini.

LA PARTITA DI GRILLO – Per Grillo la partita è complessa. Lui gioca in primo luogo la carta romana con la Raggi, candidata del defunto Casaleggio. La Raggi è data vincente e una sua sconfitta al ballottaggio sarebbe un colpo molto duro. Ma anche la vittoria potrebbe essere ingestibile perché la Raggi appare inadeguata e una serie di figuracce romane a un anno, forse, dal voto politico potrebbe comprometterne gli esiti. La carta nascosta di Grillo e’ la Accordino, grillina torinese , che al ballottaggio potrebbe prendere i voti della Lega e mettere in difficoltà Fassino.

PD TRA RISCHI E CERTEZZE – Restano il PD e la sinistra radicale. Quest’ultima cerca di arrivare alle due cifre per dare sostanza a un progetto futuro. In ogni caso giocherà contro Giachetti e Sala. Il PD rischia molto a Roma, dove Giachetti è partito tardi e di malavoglia, e a Milano per la rimonta di Parisi, gemello di Sala ma troppo romano per piacere a molti milanesi. Sembrano insediati bene Fassino e Merola mentre su Napoli le premesse sarebbero devastanti. Tuttavia Renzi non darà valore a un risultato negativo avendo rinviato la prova di Dio al referendum. Ma non sempre le cose si cucinano a casa sua. Una non auspicabile sconfitta terremoterebbe il partito. È questo lui lo sa.

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