“La sinistra riparta da Fiorella Mannoia. Probabilmente questa esortazione manca nell’elenco delle possibili ripartenze della sinistra italiana, ma potrebbe essere quella giusta. Se come ha cantato a Sanremo, “Ognuno ha la sua schiena/ Per sopportare il peso di ogni scelta/ Il peso di ogni passo/ Il peso del coraggio”, questo peso dovrebbero sentirlo e farlo proprio più d’uno, anziché attardarsi inutilmente sulla fava e la rava.

Ho letto cose interessanti negli ultimi giorni, dettate, oltre che dalla consapevolezza politica del momento, da sano e salutare buon senso. Cose dette e scritte sia da chi è scappato di casa (personalmente l’ho fatto quando ho scoperto che Giachetti non era un mio fratello biologico, ma adottato e pretendeva di fottersi tutta l’eredità faticosamente costruita); sia da chi in casa non c’è mai stato, essendo però un vicino; sia da chi in casa, nonostante Giachetti, c’è rimasto. Qualche nome: Enrico Rossi (lo scappato), Simone Oggionni (il vicino), Peppe Provenzano (il coraggioso e testardo coinquilino del PD). Due giovani, e un diversamente giovane, nelle cui affermazioni è visibile un comune e neppure tanto sottile filo rosso: non è più tempo di inutili ostentazioni identitarie. L’unità è un valore e ha senso se si costruisce su una prospettiva, su un’offerta politica, che deve essere finalizzata non a rimettere insieme, a riunire una classe dirigente e politica, quanto piuttosto a rimettere insieme e riunire milioni di persone che sono scappate di casa prima e dopo di me ed Enrico Rossi.

Perché il problema è proprio questo: anche quando coalizioni di centrosinistra mostrano un qualche segno di vitalità rispetto ad un encefalogramma sino a qualche mese fa assolutamente piatto, lo fanno premiando liste che non sono riferibili a nessun partito e movimento politico strutturato esistente. PD, LEU, Sinistra Italiana, MDP, non sono state affatto premiate dalle recenti tornate amministrative, tutt’altro. Continuano a perdere consensi che sono parzialmente intercettati da raggruppamenti civici, spesso estemporanei, e che sono l’effetto di una rappresentanza che non c’è. Il resto va ad ingrossare le fila dell’astensionismo. E’ solo una convinzione personale, per quanto non completamente avulsa dalla realtà, ma sogno una sinistra che oggi è bruco ma domani ambisca a diventare farfalla, una di quelle bellissime e coloratissime farfalle sulle ali delle quali i colori convivono in maniera armoniosa.

Ecco, dovremmo sognare una sinistra all’interno della quale ci siano tutti quei colori che ci riportano ai valori del socialismo, dell’ambientalismo, del cattolicesimo democratico. Perché questi colori e questi valori possano convivere, occorre un passaggio la cui difficoltà è direttamente proporzionale al coraggio con cui lo si affronta: è tempo di una classe dirigente nuova, non compromessa con gli errori del passato, e non solo quello recente. Quando si reclama discontinuità, non si pensa (non solo, quantomeno) a Renzi. Si pensa a tutti quegli errori che nel corso dell’ultimo trentennio almeno hanno dissipato un patrimonio elettorale, di prassi politiche, di idee consistente e preziosissimo.

Se quello a cui si guarda nell’immediato è se il PD riuscirà a prendere qualche voto in più rispetto al 4 marzo dello scorso anno, se il resto della sinistra riuscirà o meno a superare la soglia di sbarramento imposta dal sistema elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo, e se tutto ciò potrà servire a rafforzare o cancellare definitivamente questa o quella identità politica, significherà che ci meritiamo Salvini, Di Maio, con il corollario dei vari Toninelli e Pillon. Significa che vale la predizione del grande Carlo Monni: “Noi semo quella razza/ che l’è tra le più strane/ che bruchi semo nati / e bruchi si rimane” (cit. “Berlinguer ti voglio bene”). I grandi leader sono quelli che sono capaci di scelte coraggiose, che guardano al futuro e al destino del proprio Paese, dell’Europa. Con uno sguardo lungo, lunghissimo. Si parla spesso, e spesso a sproposito, della nostra Costituzione. Io vorrei che i miei dirigenti, i dirigenti della sinistra ovunque oggi collocati, avessero anche meno della metà del coraggio e della saggezza dei nostri Costituenti. Coraggio e generosità. What also?

Foto in evidenza: Enrico Rossi, Peppe Provenzano, Simone Oggionni

Commenti