Radio Popolare

Quale futuro per il centrosinistra? Prima l’unità della sinistra

“Quale futuro per il centrosinistra?”. Dopo il fallimento della legge elettorale e del ‘Patto a quattro’, si torna a discutere ancora del futuro del centro-sinistra italiano e della possibilità che nasca una forza unitaria con i rappresentanti delle sue principali forze: lo fanno Giuliano Pisapia (promotore di Campo Progressista), Emanuele Fiano del Partito Democratico, Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana, Enrico Rossi di Articolo Uno-MDP all’Auditorium Demetrio Stratos  di Milano, in occasione di All You Need Is Pop, la festa di Radio Popolare.

Fiano, relatore del testo in discussione e naufragato alla Camera si mostra subito dubbioso sulla volontà delle forze ‘a sinistra’ del PD di costituire una forza unitaria.

Pisapia, promotore dell’evento del 1 luglio a Roma per dare forma a un grande centrosinistra alternativo, risponde alle indiscrezioni rispetto l’apertura al dialogo del PD con il Campo progressista, vincolando le condizioni politiche per un’alleanza con Renzi alle primarie di coalizione: l’unica possibilità per una coalizione e che al suo interno si possa essere “sfidanti” del PD.

Più orientate ai contenuti che al discorso sull’alleanza per sé, le posizioni di Rossi e Fratoianni. Per quanto riguarda le primarie di coalizione, per Rossinon è il punto fondamentale”: Renzi non ci pensa, ha già fatto e vinto le primarie del proprio partito. Articolo Uno è aperto alle alleanze se all’interno di queste c’è spazio per dialogo e discontinuità sui temi. “C’è bisogno – sottolinea Rossi – di costruire un’alleanza per il cambiamento”, ma deve puntare a costituire una sinistra unita, che solo poi potrà aprirsi al dialogo con altre forze e diventare un’alleanza di centro-sinistra. “Non possiamo pendere dagli umori alterni di Renzi, per quanto sia importante per la vita politica”, sostiene Rossi: Articolo UNO è una forza in costituzione, ha bisogno ancora di discutere e di definire un programma al suo interno. L’apparente chiusura al PD, annunciata già dal clima della convenzione programmatica milanese di fine maggio (Fondamenta), è bilanciata da un’apertura a tutte le altre forze di sinistra che non vedano più rappresentate le proprie istanze all’interno di quello che è diventato il “Partito di Renzi”, sia quelli che ne sono usciti, sia quelli “accampati” vicino, dice Rossi riferendosi alle dichiarazioni di Romano Prodi. A questi, il Presidente della Regione Toscana ribadisce l’invito all’appuntamento del 1 luglio, annunciando anche la sua partecipazione all’iniziativa del 17 giugno contro la reintroduzione dei voucher, ultimo colpo basso di Renzi e del governo Gentiloni.

Fratoianni, nel rispondere a quali siano le condizioni politiche per una coalizione di centro sinistra, propone di rovesciare i termini della conversazione spostando l’attenzione su ciò che a suo parere mina la possibilità di una vera alleanza, non la legge elettorale ma la scelta delle priorità: gli interessi da rappresentare e i bisogni o i problemi a cui si vuol dare una risposta. Come dimostra l’avvicinamento del PD a Forza ItalIa, Lega Nord e Fratelli d’Italia sulla vicenda voucher, “le larghe intese – spiega il segretario di Sinistra Italiananon hanno bisogno di leggi elettorali proporzionali”.

L’immagine che esce dal confronto milanese, non è quella di una forza accomunata da unità di vedute, ma alla ricerca di un terreno comune, fatto di valori. Paradossalmente è proprio sulle tematiche che dovrebbero unire tutti, che potrebbero essere fertilizzante per questo terreno, che non si riesce a trovare un accordo, nonostante la volontà espressa: diseguaglianze e immigrazione.

Mentre Fiano difende strenuamente l’operato del Governo Renzi, gli altri protagonisti del dibattito ne additano le tante debolezze. Per quel che riguarda la ripresa economica, Rossi ricorda le attese e le speranze maturate nel 2013, che non si sono avverate “né sul piano economico né su quello politico”, e indica il modello Toscana come esempio di gestione dei fondi pubblici e dei finanziamenti europei: investire nel pubblico e nelle imprese che assumono, smettere di tagliare fondi a sanità, istruzione e ricerca.

Pisapia lamenta di quelle leggi ad personam, che aumentano le diseguaglianze, criticate aspramente all’opposizione, ma che una volta al governo non sono state abolite. Bisogna essere concreti, e seguire delle priorità: diritti dei lavoratori, disoccupazione e divario nord-sud.

Anche Fratoianni parla di diseguaglianza, la cui crescita in Italia e nel mondo è stata accelerata dalla crisi economica, e chiede una discussione seria sulla redistribuzione e sull’introduzione di una tassa patrimoniale, condannando le politiche fiscali del governo, la tassa sugli yacht di lusso e la vergognosa flat tax.

Divergenze si palesano anche sul tema dell’immigrazione. Fratoianni lancia la proposta al PD e al governo di ripristinare l’Operazione Mare Nostrum e, come Rossi, sottolinea l’esigenza di una legge organica sul diritto d’asilo che sostituisca finalmente la Bossi-Fini, legge che produce in modo continuo ed inevitabile clandestinità. Enrico Rossi, con parole molto dure, osserva che “la politica non può avere le modalità da piazzista” e che si potrà raggiungere l’accordo sui temi solo se le idee possono convergere. Nonostante l’urgenza dell’approvazione di una legge sullo ius soli, Rossi ribadisce la sua non condivisione delle leggi proposte da Minniti, oggetto di critica e contestazione tra l’altro da parte di diverse forze sociali, indicando come alternativa per superare la Bossi-Fini la proposta di Emma Bonino che integra le mancanze del decreto Minniti-Orlando. Bisogna risolvere il problema del “mezzo milioni di invisibili“.

Il dibattito si chiude con la proposta di Pisapia al PD, a Sinistra Italiana e ad Articolo UNO: “Prendiamo un impegno tutti quanti per approvare le leggi sullo ius soli, sul reato di tortura, sul codice antimafia e per ridurre le diseguaglianze. Diamoci 6 mesi e andiamo al voto”. Tutti e quattro i relatori d’accordo, a parole, ma le divergenze su molte questioni rimangono, come è evidente, per esempio, dallo scontro tra Fiano e Rossi sui tagli del Governo Renzi alla scuola pubblica.

Qui sotto la registrazione del confronto a Radio Popolare:

Nella foto di copertina: I quattro protagonisti del confronto sul “futuro del centrosinistra” organizzato alla festa di Radio Popolare a Milano: da sinistra, Enrico Rossi (Art. Uno), Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana), Emanuele Fiano (Pd), Giuliano Pisapia (Campo Progressista).

 

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