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Verso le elezioni, un quadro sconfortante. Il Pd punto di equilibrio necessario

Ci si prepara alle elezioni del 25 settembre, i partiti stanno presentando i simboli e subito dopo Ferragosto dovranno presentare le liste elettorali dove necessario corredate da firme, quelle che Renzi ha, che Bonino ha e che Calenda (per ora non ha). Anche qui situazione confusa, frutto di una pessima legge elettorale alla quale nessuno ha voluto seriamente mettere mano.

E allora guardiamoci attorno partendo da destra. A destra la favorita è la Meloni, sostiene di essere atlantica, europeista e non fascista, ma alla fiamma tricolore come orpello non rinuncia e i suoi riferimenti sembrano quelli di Orban e dell’estrema destra spagnola. Salvini è quello che da ministro dell’interno, diceva che i confini si difendono, costi quel che costi, impedendo gli sbarchi di profughi e bambini in fuga da tragedie belliche e umanitarie. Dicono che si accontenterebbe del ritorno al Viminale.

Intanto un redivivo e sempre più confuso Berlusconi non trova di meglio di recuperare un anticomunismo vecchio stile, di riproporre una riforma costituzionale presidenzialista che avrebbe (una ingenuità o una minaccia?) la conseguenza di portare alle dimissioni del presidente Mattarella. Se come dicono i sondaggisti vinceranno questi comunque la Costituzione sarà a rischio.

E veniamo ora a Calenda e Renzi. Il primo ha rotto nello spazio di poche ore un accordo con il Pd perchè Letta non ha (giustamente) estromettere Fratoianni e Bonelli per non essere abbastanza draghiani. Lo stesso Draghi giustamente si è tenuto ben alla larga da questa querelle.. Lo stesso Letta non ha voluto sottostare alle confuse richieste dei grillini e di Conte (un buon presidente del Consiglio, e un deludente capo partito). E così con coraggio ha deciso che Pd e centrosinistra, andranno al voto da soli, con un primario obiettivo: essere i primi in un Parlamento pur dimezzato dai 5Stelle.

Si poteva far altro? Secondo me no. Quando si è in difficoltà, spiegano i bravi allenatori di basket e di volley, bisogna fare le cose semplici, quelle che la gente capisce e soprattutto di pronta applicazione. E quindi è stato bene non subire né le pretese grilline, nè i bullismi dei sedicenti centristi alla ricerca del più improbabili e affollati (a parole) dei terzi poli.

E allora bisogna andare avanti. Certo le insidie fino al 25 settembre non mancheranno, le forze sono quelle che sono. Ma l’obiettivo è triplice: battere queste destre, mettere in sicurezza la Costituzione, e dare un governo dignitoso al Paese. Quanto a Draghi o non Draghi, agenda o non agenda. Dipenderà da ciò che deciderà l’attuale presidente del Consiglio in carica. Non certo da Renzi e Calenda. E allora come recitava una bella canzone partigiana: scarpe rotte eppur bisogna andare!

Immagine in evidenza: Enrico Letta, segretario del Pd (elaborazione da Enti Locali Online)

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